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Cyber sicurezza: spiate le email di Renzi e Draghi…ma siamo al sicuro?

Cyber sicurezza: spiate le email di Renzi e Draghi, operazione della Polizia Postale-FBI. Ma…siamo al sicuro?

“Le indagini condotte dalla Polizia Postale hanno portato alla luce una vera e propria centrale di cyberspionaggio, che attraverso intercettazioni informatiche ha raccolto per anni dati sensibili e notizie riservate su più di 1.700 computer. Giulio e Francesca Maria Occhionero, di 45 e 49 anni, residenti a Londra ma domiciliati a Roma, dovranno ora rispondere dei reati di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato e intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche.”

Il titolo è eloquente. La preoccupazione è lecita. Se i capi di Stato vengono spiati, nonostante la tutela dalle forze di polizia, dai servizi segreti e dagli strumenti di cyber sicurezza più avanzati, cosa ne sarà del cittadino? Cosa ne sarà dei suoi dati? O dei dati delle piccole e medio aziende?

La vicenda tocca tutti. Trattasi del lato oscuro dell’informatizzazione della società. Viviamo in un periodo di transizione: si sta passando lentamente dalla raccomandata alla email, dal quotidiano del giornalaio all’articolo online, dal negozio sotto casa agli acquisti su ebay ecc ecc. Tutta questa tecnologia ci sta letteralmente invadendo e giornalmente godiamo sempre più dei servizi che questa ci offre, trovandoci oramai in balia di questa onda che non riusciamo nemmeno a comprendere in pieno, né tanto meno, spesso, ci sforziamo.

Inviare email, acquistare online e scambiarsi messaggi in rete è oramai pane quotidiano. Tutti lo facciamo, ma in quanti siamo consapevoli della tecnologia che c’è dietro? Almeno le basi le conosciamo? Sappiamo distinguere un .pdf da un .exe? Sappiamo creare una password complessa per i nostri account?…

Evidentemente no! Siamo come bambini che salgono per la prima volta su una bicicletta: presto ci faremo male! E farsi male in rete vuol dire perdere dati, soldi o reputazione. Eppoi cosa faremo? Nella maggior parte dei casi nulla, non sporgeremo nemmeno denuncia! Tanto cosa sarà mai? Nella peggiore delle ipotesi ci hanno truffato 100 euro! E i dati? Quelli non hanno valore, risponderanno. Cosa se ne potranno mai fare delle mie foto del mare?

Facendo le somme ci accorgiamo che il problema non è tecnico, ma culturale. L’anello più debole della catena è l’uomo, non la macchina. Una sufficiente preparazione di base, gli accorgimenti giusti e un po’ di consapevolezza possono fare tutta la differenza! Se a questo aggiungiamo una solida organizzazione della sicurezza dei nostri dispositivi, siamo già ad un livello di sicurezza medio-alto.

Armando De Lucia
p. Avv. e Consulente IT Law & Privacy

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